Martedì 23 aprile 2019 presso sala civica G. Bombetti di Pegognaga alle ore 20,45 e Mercoledi 24 aprile 2019 presso sala civica di Polesine alle ore 20,45

Martedì 23 aprile 2019 presso sala civica G. Bombetti di Pegognaga alle ore 20,45 e Mercoledi 24 aprile 2019 presso sala civica di Polesine alle ore 20,45
(articoli tratti da “Gazzetta di Mantova” e da “La voce di Mantova” del 18-04-2019″)
Pegognaga ha urgente necessità di un rilancio, di un governo capace di rispondere alle esigenze
del cittadino e di cooperare con il Territorio, mettendo in campo nuove progettualità. Il
Movimento Cittadini attivi presenta un programma di rinnovamento concreto, puntando sulle
persone, sulle idee e sulle competenze.
Obiettivo generale del programma è la promozione di una comunità coesa e solidale che abbia
cura della Bellezza e che sappia dare valore ai rapporti umani.
Per questo sarà dato forte impulso alle buone pratiche per l’agire civico di ogni individuo, con
particolare attenzione al rispetto delle regole di convivenza e al coinvolgimento delle nuove
generazioni.
La comunicazione con i cittadini occuperà uno spazio importante e sarà costantemente
esercitata con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nell’operato dell’Amministrazione e di
promuovere la pratica di partecipazione attiva della comunità nei processi di sviluppo.
Trovate l’intero programma nella sezione apposita del sito o cliccando direttamente il link qui sotto:
https://www.pegoattiva.it/programma/
Si dice giustamente che la terra l’abbiamo avuta non in eredità dai nostri genitori, bensì in prestito da figli,nipoti e pronipoti. Nei paesi gravati da un forte debito ( in danaro) pubblico che pesa già sulle spalle giovani e future generazioni. Ma si tace sul debito, che pure gli stiamo addossando in risorse ambientali e stabilità del clima. L’altra faccia della stessa medaglia di una economia e stili di vita predatori insostenibili. I governi di tutto il mondo sono avvertiti: i millennials non intendono assistere in silenzio al progredire della crisi climatica. Le grandi manifestazioni di giovani avvenute il 15 scorso in 150 paesi del mondo sono li a dimostrarlo.
La giovane svedese Greta Thunberg invitata all’assemblea ONU Cop 24 di Katoeice in Polonia il
dicembre scorso, di fronte al mondo intero ha pronunciato le seguenti parole: non ci stancheremo di parlare dei cambiamenti climatici, vogliamo che vi sentiate come se la vostra casa andasse a fuoco. Come se vi mancasse l’aria che respirate. Come se non aveste futuro. Il clima sta impazzendo, nessuno può negarlo; basta chinarsi e toccare la terra. Basta guardare i canali privi d ‘acqua. Basta guardare il fiume Po che langue. La siccità del sud del pianeta sta salendo verso il nord a ritmi preoccupanti.
Gli agricoltori fino a qualche anno fa sapevano cosa aspettarsi dalle stagioni. La terra senza acqua produce fino al 50% in meno. I cicli delle coltivazioni cambiano e le temperature elevate mettono in crisi il benessere animale. Se oltre a tutto questo si aggiunge l’uso eccessivo di pesticidi, i quali contribuiscono alla distruzione di insetti utili come le api, il quadro ambientale in cui viviamo diventa sempre più meno ospitale Nel Land più ricco della Germania, la Baviera, in pochi decenni si sono dimezzate le api; ora la popolazione chiede un referendum per salvarle dopo aver raccolto due milioni di firme.
E’ noto che l’attività agricola produce circa un quinto di Co2, elemento responsabile dell’effetto serra e conseguenti cambiamenti climatici. Se il sogno della meccanizzazione, della informatica e pure della robotica in agricoltura si è avverato, ora la nostra agricoltura di pianura deve realizzare il sogno della natura. Il decano dei biologi l’Americano Edward O. Wilson, afferma che per salvare il pianeta occorre ridare il 50% della terra alle natura. La nuda terra non può vivere a lungo senza gli alberi. Perché allora non riservare porzioni di aree agricole a boschi? Non per fare legna, ma per catturare le Co2 che la stessa attività produce, inoltre gli alberi contribuiscono a mitigare il clima.
Il prof. Stefano Mancuso che dirige il laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale afferma: le piante dopo averci reso possibile vivere, resesi conto della nostra incapacità di svilupparci autonomamente possono correre in soccorso regalandoci regole per la sopravvivenza della nostra specie.
Sembra incredibile: la selva, la foresta, il bosco che per secoli hanno simboleggiato smarrimento e paura, potrebbero diventare gli strumenti della nostra salvezza. Se saremo in grado di capirlo.